Nella Mia Terapia Non C’è Solo La Rabbia

Nella mia terapia individuale non c’è solo la rabbia, pianto e sofferenza. Con la mia terapeuta, affrontiamo temi anche piacevoli.

La terapia fa male

Ho iniziato il mio percorso individuale con molta serenità, pensando che tutto sommato funzionassi bene e che non avevo bisogno di grandi stravolgimenti. Un giorno arrivo alla mia seduta e mi ritrovo a parlare di quello che stavo provando e che erano giorni che piangevo. Un evento ha fatto sì che il vaso di Pandora si aprisse, e da quel momento ho iniziato a provare dei sentimenti che non riuscivo a confinare e contenere.

“La favola che mi ero raccontata durante la crescita non vale più.”

Emozioni e sentimenti che riaffioravano, che non ho voluto portate in figura prima ed ora nel momento in cui l’ho fatto, ho iniziato a stare male e soffrire. Ho capito che volesse dire quando le persone che mi raccontavano della loro terapia “faceva male”.

“E adesso che succede? Quanto ancora devo soffrire?”

Man mano che sono andata in seduta ed ho affrontato i miei vissuti passati, questi sono diventati ricordi, per i quali ora riesco a gestirne le emozioni e di cui riesco a parlarne senza avere la voce rotta e con le lacrime pronte a scivolare sulle guance.

 

Andare in terapia non vuol dire solo soffrire

Passato questo momento doloroso, di esplorazione, metabolizzazione e di consapevolizzazione, iniziano delle sedute diverse. Quando mi siedo inizio a parlare di come mi sento nel qui e ora. L’approccio umanistico integrato, come altri, incentra il lavoro terapeutico con il paziente esplorando quello che c’è nel momento in cui si sta svolgendo la relazione (Giusti, Pagani, 2014).

E ora in terapia che si fa?

Per me è iniziata una fase nella quale non necessariamente si va nel profondo per effettuare un intervento di ristrutturazione della personalità (Giusti, Montanari, Iannazzo, 2004).

Io e la mia Terapeuta, Anna

La mia terapeuta, Anna, mi ha suggerito di leggere il libro di Frisch (2000), il quale ha ideato un tipo di terapia incentrato sulla qualità di vita definendo gli ambiti nei quali le persone trovano maggiore soddisfazione e appagamento: salute fisica, auto-stima, filosofia di vita (scopi e valori), standard di vita, tipo di lavoro, attività di svago, specializzazioni di interesse sia lavorative che non, creatività, supporto e aiuto agli altri, relazioni intime, amicizia, relazioni con bambini propri e altrui, relazioni con i familiari, abitazione, ambiente e luogo in cui si vive.

Con mio grande piacere affronto anche tematiche che rinforzano la mia autostima, il mio senso di autoefficacia. Sto imparando a riconoscere i miei “successi” a livello personale, i piccoli passi che faccio sono a tutti gli effetti delle conquiste, che sono di volta in volta rinegoziate sulla base delle mie esperienze e dei miei cambiamenti.

Affronto temi che mi rilassano

Non è detto che la terapia porti ad un cambiamento solo attraverso il dolore, allo straziante vissuto del passato che ci ha fatto soffrire. Il cambiamento avviene nell’emotività e in questa esistono anche le mozioni positive, la gioia, l’interesse, l’armonia e l’amore (Fredrickson, 1998). Sono queste le emozioni che rafforzano le convinzioni di autoefficacia (Bandura, 2000), sapere di potercela fare e poter andare avanti nonostante gli ostacoli e le difficoltà.

Negli ultimi anni il numero crescente di studi sulle emozioni positive, dimostra che queste costituiscono un costrutto con peculiarità e finalità adattive sul potenziamento del benessere dell’individuo sul piano fisico, cognitivo e sociale (Ciceri, 2015). Durante una seduta mentre io e la mia terapeuta parlavamo dello svolgimento dei nostri incontri, mi dice:

“Roberta, la vita è fatta di cose belle e di cose brutte e per la terapia è lo stesso!”

Un percorso in evoluzione

Un’evoluzione che mi ha portato a prendere un po’ cura di me e mi sta aiutando ad apprezzare di più quello che ho, che faccio e soprattutto chi sono, Roberta.

 


Bibliografia

Bandura A., (2000). Autoefficacia. Teoria e applicazioni. Erickson.

Ciceri M. R., (2015). Emozioni positive e benessere psicologico. «Ricerche di Psicologia», n. 1, pp. 141-153.

Fredrickson, B.L., (1998). “What good are positive emotions?”«Review of General Psychology», vol. 2, n. 3, pp. 300-319.

Frisch Michael B., (2000). Psicoterapia integrata della qualità della vita. Sovera, Collana di Edoardo Giusti.

Giusti E., Montanari C., Iannazzo A., (2004). Psicoterapie integrate. Piani di trattamento per psicoterapeuti a breve, medio e lungo termine. Masson, Milano.

Giusti E., Pagani A., (2014). Il Counseling Psicologico. Sovera, Roma.

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